Conoscere chi sono io – Conoscere chi sono gli altri
Che cosa hai imparato nella vita?
Il colore dei macaoni da un maestro che parlava di farfalle senza leggere il libro di testo, i versi di Rimbaud da un compagno che li citava parlando della sua disperazione di adolescente o anche la battaglia di Waterloo per tenere a mente la prima parolaccia in francese…
Il racconto di un’esperienza vissuta, partecipata, desiderata, permane nella memoria di chi l’ascolta.
La maggior parte degli adolescenti di oggi non ha avuto occasione di veder impastare la farina o di vedere stendere la sfoglia per le tagliatelle, poco male, è un mutamento di costumi, la menzogna sta nell’illusione di pensare che sia possibile sostituire questa esperienza con la frequentazione di un sito internet.
Esistono competenze che si possono acquisire, se vengono impartite le istruzioni necessarie, esistono, per fortuna, esperienze personali che non sono insegnabili
Leggere è un’esperienza di questo tipo: è un coinvolgimento affettivo tra due individui, è un’esperienza che non si insegna come non si insegna a desiderare, a diventare amici, ad amare, o a fare all’amore.
Quando si parla di lettura invece ci si riferisce spesso a un concetto astratto, a qualcosa che non ha alcun rapporto con l’esperienza.
Si parla di quanti sono i lettori prendendo come punto di partenza i dati delle vendite e l’analisi dei fatturati…
Ma in quale classifica è mai entrato il libro che hai letto ai tuoi figli, ai nipoti, ai ragazzi a scuola e hai imprestato agli amici?
Si scrivono testi autoreferenziali in cui il recensore non ha alcuna stima o preoccupazione per l’interlocutore, e semina ovvietà come se dispensasse distillati di saggezza; si spalmano giudizi superficiali con la supponenza di addetti ai lavori che sprecano un po’ di tempo per impartire lezioni al pubblico rozzo.
La non lettura di cui tanto si parla è la conseguenza di questi discorsi superficiali, è la fuga dalle librerie anonime, la confusione di chi vede esposti su un bancone testi che fanno di tutto per sembrare uguali gli uni agli altri.
Altro è quando tu mi racconti cosa hai letto, con l’unico intento di raccomandare a un altro un’avventura iniziata con trepidazione che ha soddisfatto un desiderio, generato una corrispondenza e si è fissata nella memoria .
In quella memoria che ciascuno di noi ha in fondo al cuore, in quell’anfratto in cui custodisce gelosamente il gusto della crostata della nonna, il colore di un arcobaleno, l’emozione di un sorriso, il profumo di una rosa.
Appassionarsi…
Flower in the crannied wall,
I pluck you out of the crannies,
I hold you here, root and all, in my hand,
little flower – but if I could understand
what you are, root and all, all in all,
I should know what God and man is.
Fiore nel muro screpolato,
ti strappo dalle fessure
ed eccoti, radice e tutto, nella mia mano,
fiorellino – ma se potessi capire che cosa sei, radice e tutto, in tutto e per tutto,
saprei chi è Dio, saprei chi è l’uomo.
Alfred Tennyson
Rilassarsi…
Bisogna dunque sapere che il detto gentiluomo, nei momenti che stava senza far nulla,( che erano i più dell’anno) si dedicava a leggere i libri di cavalleria con tanta passione, con tanto gusto, che arrivò quasi a trascurare l’esercizio della caccia, nonché l’amministrazione della sua proprietà; e arrivò a tanto quella sua folle mania che vendette diverse staia di terra da semina per comprare romanzi cavallereschi da leggere, e in tal modo se ne portò in casa quanti più riuscì a procurarsene, e fra tutti, non ce n’erano altri che gli piacessero quanto quelli composti dal famoso Feliciano de Silva… Insomma, tanto si immerse nelle sue letture, che passava le nottate a leggere da un crepuscolo all’altro, e le giornate dalla prima all’ultima luce; e così dal poco dormire e il molto leggere gli s’inaridì il cervello in maniera che perdette il giudizio.
Miguel de Cervantes, Don Chisciotte
Ridere…
“… quello è stato l’inizio della fine. Arrivò sempre più gente, tutti mi chiedevano di essere trasformati in animali. Erano stanchi di essere umani, dicevano. Niente andava bene: né il lavoro, né i loro matrimoni. Avevano pensato di uccidersi ma poi no, avevano preferito continuare a vivere, però come animali.
Da allora vivo sotto assedio. Arrivano a tutte le ore e non accettano un no come risposta”.
Eva Ibbotson, L’orco di Montorto
Vivere con le domande…
…dubito tra l’altro che nella ricerca di un posto di lavoro il fatto di essere un lettore accanito e di leggere tre o quattro libri alla settimana costituisca un’indicazione positiva per un datore di lavoro. Ci si dovrebbe chiedere una buona volta se la lettura migliori o peggiori il rapporto con la realtà. Ma è anche risaputo che la nostra epoca considera ogni mutamento del rapporto con la realtà pericoloso per l’ordine costituito. (…) Fornisco malvolentieri pretesti agli avversari della lettura. (…)
A questo punto si impongono alcune domande: fra i lettori il tasso di suicidi è più alto o più basso? I lettori accaniti sono i più inclini a essere pigri o energici? La lettura minaccia o incrementa il prodotto nazionale lordo? Una società che non vuole nient’altro che ricchezze e crescita è davvero indicata per i lettori? Ha veramente bisogno di loro? Non sono particolarmente interessato a rispondere a simili domande. I lettori sono persone che di tanto in tanto possono anche andare in giro con le loro domande, senza pretendere subito una risposta. Vivere con le domande, non con le risposte, potrebbe essere già sovversivo.
Peter Bichsel, Al mondo ci sono più zie che lettori